Considerazioni trovate in rete PRO/CONTRO
E se proprio fossi costretta, voterei NO.
E io voterei SI.
1) Lo stop che prevede il referendum riguarda più il gas metano che il petrolio.
– Il fatto che siano prevalentemente gicimenti di gas non significa che sia una produzione priva di rischi. Per tuo approfondimenti ti allego uno studio (http://www.lbst.de/…/EP-ENVI-02_Shale-Gas_PE-464425…) Da cui estrapolo solo una frase:
Gli attuali diritti di esplorazione ed estrazione di gas e olio dovrebbero essere riesaminati in considerazione del fatto che i rischi e gli oneri ambientali non sono controbilanciati da potenziali benefici poiché la specifica produzione di gas è molto limitata. E’ uno studio interessante.
2) la vittoria del SI porterà inevitabilmente alla costruzione di altri impianti.
– Questo mi sembra un tuo assunto immotivato, soprattutto per l’inevitabilmente. Realizzare un nuovo impianto è costosissimo e deve valerne la pena, vista la previsione delle risorse stipate sotto i nostri mari e visti gli iter tecnico/burocratici da superare non è detto che questa immediatezza ci sia. Già due compagnie hanno rinunciato ai loro permessi di ricerca.
3) La vittoria del SI non scongiura un rischio ambientale, anzi, contribuisce ad aumentare l’export petrolifero e quindi anche l’inquinamento.
– Mi semrba chiaro che chi sostiene il SI è perfettamente consapevole che un’eventuale vittoria non scongiuri il rischio ambientale. Il fatto che il referendum sia limitato ad esprimersi su questa domanda è dovuto a molteplici fattori. Alcuni legati ad un iter democratico, altri all’esatto opposto.
Siamo convinti che la vittoria del SI riduca il rischio ambientale sia in modo diretto, sia in prospettiva politica.
4) La vittoria del SI non si traduce in una politica immediata a favore delle energie rinnovabili che a conti fatti da sole non possono ancora bastare.
– Anche in questo caso è chiaro che non si tradurrà in una politica immediata a favore del rinnovabile. Sarà un indirizzo politico forte se 25 milioni di persone dimostreranno il loro interesse verso la sostenibilità.
Sui conti fatti non so che conti hai fatto. Oggi la Germania produce il 60% dell’energia in modo sostenibile e ci sono piccole città nello stesso stato in cui il 100% è energia pulita. Mi sembra che si possa fare una conversione di rotta anche in Italia. La Germania in 20 anni ha fatto miracoli e non diciamo la solita cosa degli italiani che non sono in grado che poi chi è in grado va a farlo all’estero.
http://www.fotovoltaicosulweb.it/…/in-germania-il-60-di…
5) Il referendum è illeggittimo, fa leva sulla disinformazione dei cittadini e sulla cattiva immagine che una trivella ha nell’immaginario comune.
Il référendum non è illegittimo è stato chiesto con l’iter previsto dalla legge e dalla costituzione.
In Italia l’unico sturmento per contrastare leggi che non rispecchiano la volontà popolare è il referendum abrogativo. E’ più che legittimo dunque, e non fa leva sull’immaginario, fa leva sulla volontà di un vasto gruppo di persone che crede in qualcosa e spera che più della metà degli aventi diritto di voto la pensi come loro.
Tu fai bene a dire la tua e a far riflettere gli elettori ma l’illegittimità è un’altra cosa. Ad esempio è illegittimo che oggi il governo stia facendo una legge che non tiene conto del risultato del referendum sull’acqua.
6) Non è vero che la presenza degli impianti abbia ostacolato il turismo…
Non puoi citare la riviera Adriatica parlando del mare. I romagnoli sono dei geni come imprenditori e hanno puntato tutto su discoteche e divertimento, proprio perché il mare da quelle parti non è l’attrazione principale. Hai mai sentito qualcuno parlare del mare cristallino di Rimini?
Detto questo penso che la confusione nasca perché ci si limita a citare la parola turismo. Quanti tra i turisti che cercano un mare pulito sono attratti dalle trivelle offshore. Quanto del turismo balneare Italiano è legato alla qualità delle sue coste dal punto di vista paesistico e naturalistico? I dati ci sono se vuoi li cerco per te Emoticon smile
7) …e non è vero neanche che l’estrazione di combustibili dal sottosuolo può innescare terremoti come quello avvenuto anni fa in Emilia.
La questione è davvero troppo tecnica e ci sono studi che dicono una cosa o il contrario. Non metto bocca. Io sono preoccupato del contrario…di cosa può causare un terremoto con le trivelle in mare. In particolare nell’area del Canale di Sicilia c’è un’intensa attività vulcanica che nel 1830 ha fatto emergere un’isola che poi si è risommersa. Abbiamo costruito un sacco di edifici su terreni franosi e poi ci siamo lamentati dei crolli. Del senno di poi son piene le fosse.
8) La vittoria del SI contribuirà allo sfruttamento dei paesi in via di sviluppo
Questa è una tua visione, io lego la presenza del petrolio alla presenza delle guerre quindi mi auguro che all’abbandono del petrolio corrisponda una riduzione dei conflitti. Giusto per dare una visione romantica in contrasto ad una catastrofica.
Per finire mi sento di dire che l’integralismo non è mai la strada giusta. La sotenibilità in natura come nella società è legata all’equilibrio di diversi fattori. L’equilibrio tra economia, ambiente, temi sociali e temi istituzionali.
Io nella questione trivelle per come è ora questo equilibrio non lo trovo. Trovo interessi economici di pochi come al solito.
Risposta alla risposta
1) conosco l’articolo, e non ho mai detto che non ci sono rischi, ma questi sono inferiori al petrolio. L’informazione, soprattutto quella che passa per immagini, che è stata fatta in rete ha puntato molto sul “nero” sull’immagine del petrolio che ricopriva tutto. Quindi mi è sembrato giusto puntualizzare il fatto che si tratta soprattutto di metano (quello che fino agli anni 90 “ci dava una mano”). Ma si sa…un’immagine vale più di mille parole e fa più presa sul cuore della gente. Fosse per me si dovrebbero limitare al massimo anche le ricerche e le trivellazioni per le estrazioni di gas metano. Infatti continuo a ripetere e insisto su come sia più opportuno continuare a sfruttare quello che già c’è, fino a quando c’è, e nel frattempo spendere tutto quello che è nelle nostre capacità per lo sviluppo delle rinnovabili.
2) non sta scritto da nessuna parte che altri impianti verranno costruiti, ma non è garantito neanche il contrario. Ma siccome ci sono diversissime richieste di permessi di ricerca, è sicuro più che verosimile che altre concessioni verranno date. Le compagnie che hanno rinunciato non hanno di certo rinunciato in vista del referendum, ma evidentemente in seguito a un bilancio costi/benefici che pesava troppo dalla parte dei costi. Semplicemente si saranno spostati altrove. Oppure pensiamo di aver così tanta voce in capitolo da contrastare queste superpotenze? E neanche che certi colossi si spaventino di fronte agli iter burocratici che devono affrontare. Fatto sta che quello che non estraggo in un posto, dovrò andare a estrarlo in un altro posto (e qui mi riferisco alle parole di ENI in riferimento al Mozambico).
3) Se dai un’occhiata in rete troverai che i maggiori incidenti sono legati più al trasporto del petrolio, che alla sua estrazione. Solo che nel primo caso si tratta di inquinamenti più piccoli e frequenti, molti dei quali neanche fanno notizia, nel secondo caso si tratta di picchi che “fanno notizia”, e molta presa sulle coscienze. Ma sono deleteri e distruttivi entrambi. Solo che che nel caso in cui le piattaforme rimanessero operative, il traffico in mare sarebbe minore. Inoltre il rischio di incidenti, come il caso del Messico, della DeepWater, come ti ho già detto, è pressocchè nullo. La DeepWater infatti operava a 1500 metri sotto il livello del mare, motivo per cui i “soccorsi” per riparare la falla sono durati giorni e il risultato è stata una catastrofe. Le nostre piattaforme invece sono raggiungibili con “maschera e pinne” (trovandosi dai 9 metri fino a un massimo di circa 100, e si, in quel caso ci vogliono i sommozzatori, ma non sono profondità irraggiungibili.).
4) il Governo conosce già bene l’interesse degli italiani alle rinnovabili. C’è da domandarsi se anche lui (il governo) ha le stesse intenzioni. Il punto semmai è abbassare i costi, investendo in sviluppo tecnologico. Qui però la questione è più ideologica e lo spiegavo alla fine del post. E potrei chiederti, ad esempio, se tu possiedi una macchina elettrica. Se la risposta è no, e se non intendi comprarla nell’immediato, io credo che il segnale non possa arrivare. Perché un conto è mettere una X su un foglio di carta, un altro conto è comportarsi di conseguenza, rinunciando subito, dal 18 aprile, agli idrocarburi. Idem per i riscaldamenti a casa, per l’acquisto di materiali contenenti plastica eccetera eccetera. Da noi ci sono delle realtà virtuose, ma sono delle piccole oasi, in un mare infinito. Certo che la Germania ha fatto miracoli nel campo delle rinnovabili, ma se permetti, lo stile di vita di un tedesco è anni luce avanti rispetto a quello di un italiano. Siamo diversi e diversi, purtroppo, sono i governi (dai, dobbiamo davvero parlare di politica, mi viene da piangere!). Inoltre ci sono molte altre realtà virtuose, vedi ad esempio la Norvegia che sono virtuosissime, ma che non rinunciano comunque a trivellare e esportare petrolio (Statoil su tutte).
5) Con la parola “illeggittimo” mi sono espressa malissimo e ammetto che se avessi avuto idea che questo mio post avrebbe avuto tanto clamore, non l’avrei scritto ieri notte alle due, ma sarei stata molto più attenta a un sacco di dettagli. Intendevo dire che è una bufala il modo in cui è posto, non c’è assolutamente informazione, o meglio c’è informazione solo sui motivi del SI. Anche su fb, migliaia di pagine e gruppi per il si e nessuno della controparte. Mi metto nei panni della persona qualunque, che fino a ieri non sapeva cosa fosse una trivella, e chiaramente non posso far altro che abbracciare le idee dei SI. Però ancora prima dell’arma del referendum, lo strumento più importante che possediamo è la libertà e il cervello, con la prima siamo liberi di informarci autonomamente in rete, e con il secondo pensiamo. Tu stesso sul tuo profilo rivendichi il diritto di non spiegare, per motivi di spazio e di semplicità, tutti i punti e di affidarti alla facilità di lettura delle immagini. E capisci bene che se vedo una splendida tartaruga che nuota felice in un mare cristallino, un sacco di persone saranno portate a votare si senza spendere neanche un minuto a leggere oltre o a informarsi. Chi sostiene il no, il supporto delle immagini purtroppo non ce lo può avere. Cosa mettiamo una trivella e un cuoricino? Dai….
6) Il fatto che i romagnoli siano dei geni è fuor di dubbio perché riescono ad avere più bandiere blu loro, con il mare color topo, che noi, con le bahamas in casa. Di sicuro il colore del loro mare non dipende dalle piattaforme. In ogni caso Non importa come arrivino al risultato, ma è errato dire che ci sia stato un calo del turismo. Ho fatto l’esempio dellìEmilia perché è quella con più impianti. Ma andiamo in Sicilia, non credo che abbiamo problemi di turismo. Quando sentirò il primo turista che dirà : No, in Sicilia non vengo perché ci sono le trivelle, vi farò sapere”.
7) Si chiama Isola Ferdinandea, circa 8 metri di profondità, bellissima e regno dei subacquei. Ma le due realtà convivono già da circa sessantanni, terremoti ce ne sono stati e di incidenti nessuna traccia.
8) Il punto 8, proprio questo punto, che tu argomenti in maniera così sbrigativa, è proprio quello che più mi fa arrabbiare. Perché siamo tutti ambientalisti si, ma con il culo degli altri. Io non ci sto. E del Mozambico non ne sto parlando io, ne hanno parlato Renzi e l’amico suo di Eni.
L’integralismo è proprio quello che io condanno, nel mio post. E tu, purtroppo, continui a non capire la mia posizione. Eè proprio perché io voglio un mondo più sostenibile che mi sento di votare No. Sostenibilità significa lasciare ai nostri figli il mondo nelle condizioni in cui noi lo abbiamo ricevuto dai nostri genitori, e non peggiore. E io continuo a pensare fortemente che la vittoria del SI non risolverà il problema. Anche il NO non lo risolverà, ma con il SI, in più ci sarà lo “spreco”.