Battaglia sul glifosato l’erbicida della birra che divide l’Europa
Per l’Oms è cancerogeno ma l’Ue potrebbe rinnovare l’autorizzazione. Malgrado l’allarme lanciato da Parigi
Tossico o no, il glifosato è sicuramente un argomento scivoloso. E la Commissione Europea – chiamata nei prossimi giorni a rinnovare il permesso per l’utilizzo dell’erbicida nel territorio dell’Ue per altri 15 anni – è già entrata nel mirino delle associazioni di cittadini. Trentadue gruppi ambientalisti italiani, riuniti nel movimento “Stop glifosato”, due giorni fa hanno scritto al governo chiedendogli di schierarsi per il divieto. Contro il rinnovo dell’autorizzazione al diserbante si è espressa, dieci giorni fa, anche il ministro dell’ambiente francese Ségolène Royal, che ha chiesto all’Agenzia di sicurezza sanitaria di Parigi di vietare il glifosato se mescolato con altre sostanze chimiche ”adiuvanti”: in particolare le tallowamine, già vietate anche in Germania.
La Commissione, che sarà chiamata a prendere la sua decisione fra il 7 e l’8 marzo, sembra in effetti orientata ad autorizzare il glifosato purché non in combinazione con le tallowamine. Sulla decisione di Bruxelles potrebbe però pesare la notizia del ritrovamento di alcune tracce dell’erbicida nelle 14 marche di birra tedesche più vendute, secondo un’analisi commissionata dal gruppo ambientalista “Munich Environmental Institute”. Le quantità riscontrate, secondo l’associazione tedesca, supererebbero il limite di 0,1 microgrammi per litro previsto per l’acqua potabile, anche se l’Istituto federale tedesco per la determinazione del rischio ha escluso possibili effetti sulla salute. In Francia minime quantità di glifosato sono state rintracciate anche in una marca biologica di assorbenti femminili.
Il glifosato, secondo una ricerca pubblicata su Environmental Sciences il primo febbraio, è l’erbicida più diffuso al mondo, con 8,6 miliardi di chilogrammi spruzzati nel 2014. La sostanza è usata, tra gli altri, dalla Monsanto per il suo “Roundup”, il diserbante associato alle sementi geneticamente modificate “Roundup Ready”. Ed è proprio a partire dall’introduzione delle coltivazioni ogm, nel 1996, che il prodotto ha registrato un boom di consumo. La ricerca di Environmental Sciences fa notare che due terzi del glifosato usato nei campi statunitensi sono stati spruzzati negli ultimi dieci anni. A gennaio 2016, riferisce la Reuters, la Monsanto ha fatto causa allo stato della California che aveva proposto di inserire il glifosato nella sua lista delle sostanze cancerogene.
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Il glifosate fu brevettato come erbicida dalla Monsanto Company nel 1974, multinazionale specializzata in biotecnologie agrarie, sementi e leader mondiale nella produzione di alimenti Ogm; agisce bloccando nutrienti minerali essenziali per la vita di piante, microorganismi e animali e, anche se era stato presentato come una sostanza rapidamente biodegradabile e non tossica, è invece ampiamente diffuso nell’ambiente insieme al suo metabolita Ampa. Il glifosate altera gli ecosistemi con cui entra in contatto e compromette la stabilità dei terreni, riduce la biodiversità e contribuisce in modo determinante al dissesto idrogeologico: la sempre più frequente franosità in coincidenza di eventi metereologici è anche conseguenza della carente azione di assorbimento da parte della cotica erbosa – distrutta dall’erbicida – e della lisciviazione del terreno. Glifosate ed Ampa sono le sostanze maggiormente presenti nelle acque italiane, come segnala il rapporto Ispra e purtroppo ricercate sistematicamente solo in Lombardia. Di recente anche in Toscana è stata ricercata questa sostanza su un centinaio di campioni di acque destinate al consumo umano ed è emerso che; “l’erbicida glifosate, per quanto ricercato in un numero limitato di campioni a causa della complessità del metodo di analisi, è stato rilevato in una percentuale elevata di analisi, anche superiori a 1 microgrammo/litro”.
RAI.IT NEWS AGRICOLTURA
UE, RINVIATA DECISIONE SUL GLIFOSATO. DUBBI SUI RISCHI PER LA SALUTE Lo slittamento della decisione sul rinnovo dell’autorizzazione al commercio dell’erbicida più venduto al mondo è arrivato dopo le pressioni di Italia, Francia, Ong e gruppi dell’Europarlamento Tweet Erbicida (gettyimages) Agricoltura, a rischio tutte le coltivazioni Agricoltura europea minacciata dal riscaldamento climatico Ogm, Parlamento Ue approva norma sulla libera scelta degli Stati Coltivare Ogm è ancora vietato, respinto un ricorso al Consiglio di Stato 09 marzo 2016 La Commissione Europea non ha ancora preso una decisione sull’autorizzazione alla vendita del glifosato, l’erbicida più usato al mondo. Nonostante quattro anni di studi e 90mila pagine di documenti, la Commissione ha rinviato la scelta. Uno slittamento dovuto ai dubbi sulla sicurezza per la salute. Ci sono pareri discordanti sul rischio di cancerogenicità dell’erbicida: per l’autorità Ue per la sicurezza alimentare (Efsa) “è improbabile che sia cancerogeno” mentre per l’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) è “probabilmente cancerogeno”. Bruxelles non intende rinunciare a una decisione entro giugno quando scadrà l’autorizzazione in corso: ha chiesto così agli esperti dei 28 stati UE di inviarle per il 18 marzo le proposte di modifica che auspicano siano apportate al testo in discussione. La questione sarà di nuovo sul tavolo del prossimo comitato europeo in programma il 18 e 19 maggio, ma la riunione potrebbe essere anticipata. Il no al glifosato è sostenuto dall’Italia, dalla Francia e dall’Olanda, ma anche da diversi gruppi politici del Parlamento europeo, dai Socialdemocratici ai Verdi, fino alle Ong. La Germania e altri Stati hanno detto che in caso di voto si sarebbero astenuti. Il ministro per le Politiche Agricole, Maurizio Martina, quello della Salute, Beatrice Lorenzin, e il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sono d’accordo sul superamento dell’utilizzo del glifosato. “Ancora prima della discussione europea sul glifosato abbiamo iniziato un lavoro coordinato con le Regioni per incentivare pratiche agronomiche più sostenibili – ha commentato Martina in un’intervista a Repubblica – Nella scelta degli obiettivi prioritari di spesa dei fondi europei, infatti, abbiamo destinato oltre 2 miliardi alla produzione integrata che ci consentirà anche di percorrere la strada dell’azzeramento dell’uso del glifosato entro il 2020”. Sul glifosato l’Italia non ha “nessuna posizione ideologica – aggiunge il ministro – il glifosato è un prodotto utilizzato in tutta Europa e per questo serve una decisione comune che non penalizzi nessun singolo Paese. Noi lavoriamo per un suo superamento. In generale, negli ultimi 10 anni l’uso di pesticidi in italia si è ridotto del 45%. Il segno che i nostri agricoltori hanno già iniziato a fare scelte precise”. Le organizzazioni agricole hanno messo le mani avanti: “In una situazione di forti importazioni low cost – ha detto Coldiretti – è necessario che l’eventuale divieto riguardi coerentemente anche l’ingresso in Italia e nell’Ue di prodotti stranieri con residui di glifosato”. Confagricoltura ha invitato alla prudenza. “Prima di togliere l’autorizzazione ad un erbicida come il glifosato servono certezze scientifiche, altrimenti si crea solo un danno ai produttori e all’ambiente”. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Ue-Rinviata-decisione-sul-glifosato-Dubbi-sui-rischi-per-la-salute-b1ad2220-f8a2-417e-bbc5-f38b2960eb97.html
http://www.repubblica.it/ambiente/2016/04/13/news/europarlamento_chiede_ridurre_a_7_anni_autorizzazione_glifosato_l_erbicida_piu_usato_al_mondo-137559100/?ref=HREC1-11